Corso Principe Oddone: ricucitura o strappo?

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C’era una volta una lunga trincea ferroviaria che separava la città sabauda in due parti: da una parte il centro dall’altra il resto.

La città sabauda da quella del novecento e in mezzo sferragliavano treni merci, pendolini diretti a Milano, treni regionali. E fisicamente la città era strappata in ciò che stava aldilà e aldiquà della ferrovia.

Un giorno però quella ferrovia fu ricoperta e resa sotterranea e dopo anni di lavori e cantieri al suo posto ricomparvero strade, un corso con i suoi controviali, nuovi ponti, sottopassaggi e rotatorie. Nacque corso Principe Oddone.

Questa una breve storia romanzata di come era i l tessuto urbano di Torino prima che fosse creato il passante ferroviario sotterraneo che ha dato modo di riorganizzare il nodo ferroviario di Torino e di rendere sotterranea la ferrovia Torino-Milano.

Oggi al suo posto c’è un ampio corso con controviali e nuove alberature, un sottopassaggio all’altezza di piazza Statuto e nuovi percorsi ciclo-pedonali fino piazza Baldissera. La città non appare più strappata e divisa ma riunita e ricucita.  Molti lamentano le rifiniture utilizzate nel nuovo corso che effettivamente non è stato curato come corso Inghilterra che  invece risulta una strada di rappresentanza.

E’ di recente istituzione da parte della nuova Giunta il limite di velocità a 20 Km orari per i controviali di corso Oddone in quanto giudicato una autostrada urbana e con velocità troppo pericolose peri pedoni. In verità il limite di velocità in città ovvero in centri urbani è sempre di 50 Km orari da un po’ di decenni e la riduzione a 20 Km non aiuta di certo la circolazione. Ricordiamo poi a chi definisce il corso una autostrada che Torino ha molti viali a tre corsie che la attraversano che esistono da prima id corso Oddone senza che nessuno abbia mai gridato

all’autostrada.

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La vera soluzione alle alte velocità sarebbero delle sedi stradali più ridotte, maggior spazio per busvie e ciclovie, autovelox e controllo degli assi con telecamere per il rilevamento della velocità.

Bisognerebbe quindi progettare con criterio gli spazi urbani, dando il giusto peso alla fruizione del cittadino ma pure lo spazio alle autovetture. Ricordando che le zone 20 sono assolutamente indicate nelle strade interne ai quartieri dove è alta la circolazione pedonale e non negli assi radiali di collegamento urbano.

 

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