Infra.To, la società titolare delle reti metro e tram della città, si trova a dover fronteggiare, assieme a Gtt ed al Comune di Torino, i debiti prodotti dal cortocircuito dei trasporti cittadini.
A questo proposito Infra.To, partecipata al 100% dal Comune di Torino, nel luglio scorso ha dovuto richiedere un decreto ingiuntivo di oltre 4 milioni di euro a Gtt, anche questa partecipata al 100% dal Comune, per avere quanto le spetta, ossia il canone dovuto per l’utilizzo della metro e della rete tranviaria: denaro necessario per la società perché, grazie ai canoni, finanzia la manutenzione della rete e la realizzazione delle opere. Tuttavia sorge un problema: Gtt non paga.
La situazione pare talmente grave da mettere a rischio la continuità aziendale di Infra.To, tanto che a dicembre, C.C.C. (Consorzio Cooperative Costruzioni), il gruppo che sta realizzando i lavori sulla tratta Lingotto-Bengasi della metro, ha interrotto i lavori per tre mesi, chiedendo a sua volta un decreto ingiuntivo, perché non aveva ricevuto i pagamenti concordati per l’avanzamento dei lavori.
Ad aggravare ulteriormente la situazione ci sono 290 milioni di debito bancario, relativo alla realizzazione della metropolitana, che figura nei bilanci della società ma che, di fatto, è in carico al Comune.
I vertici di Infra.To hanno dunque presentato la questione alla nuova giunta, richiedendo un suo intervento. Il 13 luglio, i vertici hanno incontrato il sindaco Appendino, mostrando la situazione finanziaria. Il 22 giugno ed il 4 luglio hanno contattato il direttore finanziario del Comune per far fronte alle scadenze sui mutui. Da lì è partito l’impegno della giunta a sbloccare la situazione, avviando inoltre gli accertamenti sui rapporti con le partecipate.
Non molto diversa risulta la condizione di Gtt. A differenza di Infra.To, l’azienda in questione rimane solida sugli incassi quotidiani della vendita dei biglietti dei mezzi pubblici, degli abbonamenti e dei parcheggi. Ciononostante, il Comune non paga: oltre ai 40 milioni di sbilancio tra quanto preteso da Gtt e quanto riconosciuto dal Comune, si aggiungono altri 70 milioni di debiti che portano il totale a 111 milioni di euro. Tali sono comprensivi delle voci più varie: il riaddebito del costo per gli ausiliari della sosta che vanno in giro a fare multe, il contratto di servizio per la metro, etc.
Il Comune non è, però, l’unico creditore di Gtt. A questo si aggiunge anche l’ A.m.p. (Agenzia della mobilità piemontese), responsabile dei trasporti a livello regionale. La situazione non migliora di molto. I debiti dell’ A.m.p. verso Gtt sono pari a 84,7 milioni di euro, relativi ai contratti di servizio per i trasporti e risalenti perlopiù agli anni precedenti al 2014. Per 39,9 milioni di debiti però l’Amp ha respinto le fatture, «adducendo argomentazioni infondate e contraddittorie», afferma Gtt. Contando anche A.m.p., il conto dei debiti «non riconosciuti», al centro dell’indagine della procura, sale a 90 milioni.