Olimpiadi 2026: ipotesi del villaggio olimpico nell’ex area Thyssenkrupp

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Serrato dibattito in Sala Rossa sulla candidatura di Torino ai Giochi Olimpici invernali 2026 e sul pre-dossier olimpico. In seguito alla richiesta di comunicazioni al riguardo presentata dalla consigliera Deborah Montalbano (Uscita di sicurezza), è intervenuta in aula la sindaca Chiara Appendino:

Ringrazio consigliere e consiglieri, Comuni olimpici e tutti coloro che hanno contributo allo costruzione del pre-dossier di candidatura, che domani verrà inviato al Coni. Ringrazio anche chi ha espresso dubbi legittimi e preoccupazioni.
Ora, dopo la manifestazione di interesse, siamo entrati nella fase di ‘dialogo’ e, se verrà accettata la candidatura, nella prossima fase ci sarà sicuramente un coinvolgimento maggiore.
Entrerò nel merito del dossier il 4 luglio in conferenza stampa: è ancora un documento riservato e mi spiace ci siano state fughe di notizie.
Voglio però sottolineare il tema della doppia legacy, della doppia ‘eredità’: per il riutilizzo degli impianti e per il bagaglio di conoscenze acquisite nelle Olimpiadi 2006. Abbiamo strutture impiantistiche e trasportistiche, ma anche immateriali. Dobbiamo però dire cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato nelle Olimpiadi 2006: abbiamo un’eredità in parte positiva, in parte no.
Poterle fare una seconda volta, ci permette di poterci dedicare a ciò che non ha funzionato e imparare da questo. Questo è il nostro valore aggiunto rispetto ad altre candidature!
Possiamo anche fare investimenti minori, con budget contenuti per i villaggi olimpici, all’insegna della sostenibilità ambientale e della resilienza.
Abbiamo tolto il Parco del Valentino dalle location olimpiche perché non vogliamo prevedere innevamenti urbani, ma sfruttare le nostre montagne.
E saremo attenti ai temi dell’elettrico e della mobilità sostenibile. Offriremo ospitalità diffusa e faremo crescere il territorio, stando attenti alla spesa, che sarà più trasparente e governata dalla nuove tecnologie (blockchain, innanzitutto).
Non ci sarà alcun costo per creare infrastrutture per i trasporti (solo manutenzione) e per costruzioni ex novo: non costruiremo nuovi villaggi olimpici!
Tutte le location sono state concordate con il territorio. A Torino, abbiamo tenuto insieme esigenze di rigenerazione urbana con quelle legate all’evento.
Il villaggio olimpico sarà all’ex Thyssen, per risanare una ferita della città e dell’Italia intera e per creare poi un polo dedicato a sicurezza sul lavoro, sviluppo e formazione. La zona Nord della città dovrà essere centrale. Faremo un quartiere eco-sostenibile, come previsto dall’Agenda 2020.
Non sarà un evento che si esaurirà in 15 giorni, ma un percorso che si sovrappone all’agenda di Torino 2030, sfruttando le nuove tecnologie, in particolare grazie al Torino City Lab promosso dall’assessora Pisano.
È un’opportunità unica per il territorio, che può tenere insieme innovazione, industria 4.0, poli di ricerca, rigenerazione urbana e recupero di infrastrutture, secondo la vocazione della città che vogliamo perseguire.
E prevediamo di non fare debiti, per evitare che ci sia un’eredità che possa pesare sul futuro di Torino e dei territori olimpici.
È un’occasione per unire il territorio metropolitano intorno a una progettualità che non appartiene solo al sindaco di Torino e dimostrare che si può imparare dagli errori del passato.

Hanno poi preso la parola consigliere e consiglieri comunali:

Osvaldo Napoli (Forza Italia): Torino 2006 nacque per vincere la concorrenza di Sion e si fondò sulla coesione politico-istituzionale tra Governo, Regione, Comune, forze produttive e associazioni di categoria. Torino venne percepita da Coni e Cio come città pronta a fare sistema per cogliere occasioni di crescita e modernizzazione, le cui ricadute sono ancora visibili oggi. Fare il punto sullo stato dell’arte oggi è motivo di profonda amarezza. Come possono Cio e Coni ritenere valida la candidatura di Torino alla luce dello spettacolo indecoroso e offensivo visto in questi giorni, con una maggioranza divisa, agitata da preoccupazioni per certi versi infantili e alla ricerca di ogni pretesto per rendere impossibile la candidatura? La maggioranza erode consensi a sindaca giorno dopo giorno. I consiglieri 5 stelle hanno trovato la forza di dire sì, ma in quale forma? Il sindaco doveva prendere le distanze dalla sua maggioranza in maniera chiara e definitiva: avrebbe avuto l’opinione pubblica torinese e piemontese dalla sua parte. Non è che qualcuno del Gruppo 5 Stelle volesse scientificamente indebolirla? Il sindaco è sotto scacco, di fatto senza una maggioranza, sotto tutela. Con l’arrivo del “commissario” Di Maio la maggioranza ha messo tali e tanti paletti da affossare la candidatura. Sorprende vedere una maggioranza consiliare bistrattare il sindaco, ma ancora di più vedere un sindaco che tollera di essere bistrattata in questo modo. La sindaca deve sentirsi a questo punto autorizzata a fare qualsiasi cosa per difendere la propria dignità.

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino): Sono deboli le comunicazioni della sindaca, sia dal punto di vista politico che della gestione. Ha tenuto all’oscuro il Consiglio comunale e non si è confrontata con gli attori più competenti della Città come Confcommercio, Unione industriale e Politecnico. Perché non è stato fatto un referendum e perché la sindaca si è mossa da sola? Così si rende debole la candidatura di Torino per l’evento olimpico! Il pre-dossier olimpico è stato condiviso solo con i consiglieri di maggioranza, mentre alla minoranza è arrivato solo da qualche giorno e verrà sicuramente modificata la versione finale. Temo che le Olimpiadi andranno a Milano, aumentando il divario tra le due città.

Eleonora Artesio (Torino in Comune): In poco tempo la sindaca è riuscita a creare un tempesta perfetta, preferendo la segretezza e tenendo nascosto il pre-dossier, per evitare il confronto. Se ci sarà un referendum la sindaca sarà comunque sconfitta, sia che lo perda (sarebbe sconfessata) sia che lo vinca (perché avrebbe l’appoggio anche di quanti non fanno parte della sua maggioranza). La maggioranza non è comunque riuscita a creare una prospettiva diversa dal 2006: chi aveva visto nella sindaca una possibilità di cambiamento deve constatare che il suo sogno è come quello del 2006…

Mimmo Carretta (PD): Sono convinto che la scelta per le Olimpiadi invernali del 2026 cadrà su Torino perché conta anche l’esperienza del 2006. Restano però dei problemi: anche se capisco il travaglio ideologico, oggi la sindaca non ha parlato alla città, ma alla sua maggioranza, chiedendo il permesso di andare avanti. La sindaca, già da qualche tempo, non è più la sindaca di tutti…
Dobbiamo però puntare sulle Olimpiadi: è diventato l’ultima occasione per dare prospettive a questa città!

Silvio Magliano (Moderati): Prendo atto del cambio di rotta di una parte della maggioranza: ha vinto il buonsenso. E evidente che le Olimpiadi nascono male, con un dossier segreto gestito male, che anche voi date incarichi allo stesso modo di coloro che criticavate prima della vostra ascesa al potere. I vostri 12 punti sono condivisibili, anche se alcuni sono prevedibili e stucchevoli, come il punto sul clima o quello sull’attenzione alle fasce deboli nella gestione del patrimonio impiantistico, o il pagamento puntuale dei fornitori. Da subito avevamo detto che il nostro voto sarebbe stato positivo perché le Olimpiadi sono un bene. Preoccupa lo psicodramma vissuto dalla nostra Città, che è parsa senza guida e messa in scacco da qualche consigliere, che in virtù di qualche centinaio di voti ricevuti si è improvvisato esperto di grandi eventi.
Appendino si è confermata la miglior sindaca possibile… per la città di Milano! Perché ne aumenta il peso e ne evidenzia la capacità di fare squadra, a differenza di Torino. Mi auguro però che le Olimpiadi vengano assegnate a Torino e non succeda che il meglio vada a Milano e i costi a Torino. Se i giochi arriveranno a Torino non sarà una sua vittoria, sindaca, ma forse del vice primo ministro.

Maura Paoli (M5S): Tutta questa avventura è imbarazzante per come è stata gestita, per l’affidamento diretto del dossier o l’invio al Coni nonostante il nostro lavoro. Imbarazzante anche essere d’accordo con il governatore della Regione che afferma “a dire che sono stati sprecati soldi non si dice la verità”. Infatti sono stati trascurati alcuni dettagli, come i costi complessivi quadruplicati o il bilancio del Toroc, chiuso con una perdita di 24 milioni di euro e l’Agenzia olimpica 2006 che ha speso quasi 4 miliardi di euro di denaro pubblico. Altri dettagli trascurati sono la copertura di 300 milioni di euro di debiti privati con denari pubblici o l’inesistenza di un bilancio complessivo e la moltitudine di soggetti in campo. In conclusione: un evento deficitario.
Un’analisi costi-benefici seria non permetterà di creare debiti e la mia speranza è che i nostri paletti inducano Coni e Cio a non sceglierci. Una cosa positiva è che almeno si è aperto il dibattito.

Deborah Montalbano (Uscita di sicurezza): In quanto unica firmataria della richiesta di comunicazioni, mi rivolgo alla Sindaca: sono soddisfatta perché finalmente si degna di venire in Consiglio. La rappresentazione plastica della coerenza del Movimento 5 Stelle e dei suoi voltafaccia si rivela anche in questo caso. Ad oggi la sua maggioranza ha prodotto un manifesto che ha lo stesso valore della carta straccia e lo sappiamo tutti: non è vincolante e lei lo sa.
La situazione è più che imbarazzante, surreale, e ha portato alla nomina senza bando di Alberto Sasso, già incaricato da Grillo, che ha prodotto il solito libro dei sogni, che si scontrerà con la realtà. E, quando questo succederà, il conto per i cittadini sarà salato: la sola presentazione della candidatura costerà milioni! Il costo di queste Olimpiadi sarà quattro volte superiore a quello del 2006, secondo alcuni calcoli sette volte superiore.
La invito dunque ad avere coscienza e a farsi carico almeno delle spese delle trasferte che dovrà fare per la loro organizzazione, perché ci sono famiglie che vivono in tenda e che continueranno a vivere in tenda.
La morale di questa favola ci dice che il M5 stelle si allinea alla politica dei grandi poteri e regala alla Città fumo negli occhi, con un evento che durerà 15 giorni: un’illusione di momentaneo benessere, altro che casa, lavoro e libertà!
Questa politica autoreferenziale dedica le poche risorse a se stessa e non importa se le famiglie continueranno a rimanere senza casa, lavoro, cure, come non importa se si continua a privatizzare e svendere i beni pubblici. La priorità del Movimento 5 stelle sarà dare alle famiglie torinesi il loro Capodanno.
Cara Sindaca, lei e la sua maggioranza avete perso ogni credibilità! Mi vergogno di averci messo la faccia e avervi creduto: perciò, subito dopo questo intervento abbandonerò l’aula e scenderò in strada per unirmi al presidio No Olimpiadi.

Monica Amore (M5S): Il vicepresidente Di Maio è venuto a Torino perché il gruppo consiliare lo ha chiesto, non per una richiesta di aiuto da parte della sindaca e la riunione con il vicepresidente del Consiglio è stata improntata a un clima costruttivo. Ben venga il confronto, ora che il M5S è al governo. Le Olimpiadi possono essere un bene o un male: è il governo a dover fare un’analisi dei costi e benefici, fermo restando che, se le Olimpiadi dovranno essere assegnate all’Italia, è Torino l’unica città a offrire la possibilità di ospitarle a costi inferiori. Auspico che si possa trattare di un’Olimpiade a 5 Stelle e ben vengano le ricadute positive sul territorio. Un’amministrazione deve saper dimostrare le proprie capacità.

Viviana Ferrero (M5S): Il nostro è stato un approccio idealistico, ma anche concreto e scientifico alla tematica dei Giochi. Non ci siamo comportati come un partito. Non è la sindaca che ha la maggioranza, ma è la maggioranza che esprime la sua sindaca. Il nostro è un documento dal quale non dobbiamo discostarci e che il Governo dovrà tenere assolutamente in considerazione. Sarà redatta un’analisi costi/benefici da parte di un tecnico competente. Se l’analisi sarà negativa, la Città si impegnerà a ritirare la candidatura: quindi, resta in piedi l’opzione zero. La candidatura dovrà essere di grande legalità, caratterizzata da una seria lotta alla corruzione: lo Stato dovrà garantirlo. I costi stimati dovranno essere rispettati, dovrà esserci un organismo di vigilanza sulle grandi opere: un pool di magistrati dovrà vigilare. La nostra idea di sport non si riduce a una competizione nell’arco di quindici giorni. Ci deve essere, negli anni precedenti, un coinvolgimento di tutti i territori con scambi culturali tra i giovani di varie nazioni.

Enzo Lavolta (PD): Le scuse dovute all’aula sono l’ennesima dimostrazione di inadeguatezza da parte della sindaca, incapace di gestire ciò che non è ordinaria amministrazione, di immaginare una prospettiva per Torino. Abbiamo pensato che la “crisi” fosse rientrata, invece oggi in aula abbiamo sentito parlare di “opzione zero” e abbiamo udito una parte di maggioranza auspicare che le Olimpiadi non si tengano a Torino. E oggi, l’uscita sul villaggio olimpico all’ex ThyssenKrupp (un’area privata da bonificare a spese pubbliche?) è l’ennesimo tentativo di lanciare la palla in avanti. Come PD non siamo compiaciuti dell’inadeguatezza della sindaca e della sua distanza dai cittadini, certificata dal sondaggio dell’Istituto Piepoli. Si è rianimato un dibattito scomposto sulle Olimpiadi, mentre Milano sta lavorando compatta sul suo pre-dossier. Il problema, qui a Torino, è la mancanza di una visione strategica da parte di chi governa la città: bisogna credere nell’opportunità olimpica per poter ottenere di ospitare i Giochi. La sindaca sta soffocando Torino e non ha capito cosa sta succedendo. Le propongo un dato del maggio scorso: il traffico aeroportuale è aumentato in tutte le città italiane, fino a punte del 14%, mentre solo a Torino è calato, in misura del 4%.

Damiano Carretto (M5S): Dobbiamo avere chiaro che le Olimpiadi invernali del 2006 sono stare un disastro o quasi, con modeste ricadute sul territorio. La Città è anzi praticamente fallita nel 2014, dopo quell’evento che avrebbe dovuto trasformare Torino. Ancora oggi nessuno sa quanto si sia speso per Torino 2006, per non parlare della gestione post olimpica: penso al MOI, al trampolino, alla pista di bob. Vorrei che oggi venisse riconosciuto quell’errore. Basta con la sbornia olimpica, con i sondaggi che inducono a una data risposta: invece di chiedere “volete le Olimpiadi?” si dovrebbe chiedere “siete disposti a rinunciare ai servizi pubblici per avere le Olimpiadi?”. Quello che qualcuno ha definito un “libro dei sogni”, il pre-dossier, è invece pieno di buone idee: la visione c’è e non è fallimentare come quella che dal 2006 portò al 2016. Un approccio serio deve partire da un’analisi dei costi e benefici: in questa fase storica un’amministrazione locale o un governo nazionale non possono fare scommesse al buio. Il governo deve tenere conto che il nostro Paese ha bisogno di un riassetto idrogeologico, un piano periferie, un piano di edilizia popolare. Non sono ideologicamente contrario alle Olimpiadi: è possibile una candidatura con sistemi diversi, ma occorrono nuove norme anticorruzione e la revisione legislativa della prescrizione dei reati.

Monica Canalis (PD): Oggi la città dovrebbe essere compatta e dimostrare di essere Torino: di saper serrare i ranghi e fare quadrato per vincere. Invece oggi subiamo l’imbarazzo dei consiglieri di maggioranza, non all’altezza della città che dovrebbero governare. Possiamo però ancora farcela e se vinceremo di sicuro non sarà un risultato del Movimento 5 Stelle, ma dei territori. Il capoluogo, infatti, non ha svolto un ruolo da leader, ma è stato trainato con fatica dai sindaci delle valle olimpiche: i veri promotori della pre-candidatura! Dobbiamo cogliere l’occasione per fare un vero piano strategico a livello metropolitano: il 40% del territorio metropolitano è montano e dobbiamo rilanciarlo. Oggi Torino deve tornare capofila e andar avanti con forza, senza tentennamenti: forza Torino!

Daniela Albano (M5S): La candidatura olimpica è stata portata avanti dalla sindaca in solitaria, senza alcun confronto con il gruppo. E ora abbiamo dovuto preparare in fretta alcuni punti imprescindibili per il pre-dossier. Da sempre, dal 1960 a oggi, quasi in ogni caso le Olimpiadi si sono rivelate un disastro per le città che le hanno ospitate e hanno sforato i preventivi. Sono un evento privato pagato da soldi pubblici, spinto da banche d’affari, costruttori e compagnie assicurative. Non sappiamo se i cittadini le vogliono: non li abbiamo interrogati! In Svizzera i cittadini hanno detto di no 3 volte! Anche Stoccolma e Innsbruck non le hanno volute. E noi stiamo ancora pagando i debiti del 2006, mentre il Toroc ha chiuso in pareggio solo grazie ai trasferimenti del Comune di Torino! Dovremmo poi capire quali sono le priorità nel nostro Paese: le Olimpiadi o le disastrate palestre scolastiche? Per questo non sosterrò la candidatura olimpica.

Monica Pollicino (M5S): Ora ai debiti olimpici del passato, vogliamo cumulare i debiti del futuro. Prevedere un’analisi costi/benefici è un passo in avanti verso la trasparenza e l’efficienza e valuto positivamente i punti programmatici proposti dalla Maggioranza, ma non è sufficiente. Ci sono problemi ambientali e sprechi inevitabili. Proporre Olimpiadi diverse e low cost è un obiettivo meritevole, ma al momento non è possibile: serve un lungo percorso di riforme e di crescita. L’identità di un territorio poi non si afferma con eventi sporadici e frammentari. Il mio giudizio sul pre-dossier rimane quindi fortemente negativo.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Sindaca, accetto le sue scuse per averci dato il materiale solo sabato. Abbiamo già preparato delle modifiche, raccolte in un piccolo dossier, così da non avere solo il contro-dossier della maggioranza. Penso che si debba lavorare tutti insieme sul merito e non sulla contestazione. Le Olimpiadi 2006 sono state un fallimento economico e gestionale: per questo dobbiamo fare qualcosa di diverso; per questo chi azzarda parallelismi oggi dimostra grande mediocrità politica; per questo dico Appendino 1 – Raggi 0. Ai torinesi importa come evitare sprechi, come nuove piste di bob: vogliono qualcosa che si possa usare negli anni successivi. Dunque nessuno stupro alle montagne, ma semmai nuova linfa a valli depauperate dal governo regionale. Il traino che dobbiamo creare con questa occasione deve essere lungo. Avrà Sindaca tutto il nostro supporto per queste Olimpiadi, che mi auguro si svolgano solo a Torino.

Marco Chessa (M5S): I Giochi sono solo una tappa in un percorso di sviluppo per Torino, che ha bisogno di un futuro. Il mondo urbano è sempre più competitivo: smettiamola con liti campanilistiche e cominciamo a correre nuovamente. Non dovremmo riproporre plasticamente i Giochi del 2006, che hanno portato esperienze di successo come il policentrismo, ma anche esperienze fallimentari, come quella del debito. La nostra città ha bisogno di un nuovo obiettivo da rincorrere. Le Olimpiadi garantiscono opportunità, ma nascondono problemi. Riuscire a trarre vantaggi locali da un evento globale non è scontato, ma questa città ha bisogno di crescere sotto il profilo della consapevolezza, dell’immagine e dell’economia. L’evento è una vetrina, un’occasione di investimenti, il momento per trasformare e riutilizzare la città. Potremmo provare a espandere in modo strutturale il turismo culturale e urbano, studiare le economie collegate ad esso e provare a incrementare la ricchezza del territorio. Un’occasione di accessibilità, trasporti e collegamenti per i territori svantaggiati della città. Ma un evento diventa catastrofico se non ha un disegno ben preciso. Noi abbiamo posto dei suggerimenti ragionevoli, con visione e responsabilità amministrativa, e riteniamo che un’analisi di costi e benefici sia imprescindibile. Cerchiamo per una volta di remare tutti insieme nella stessa direzione. Da domani abbiamo la possibilità di fare qualcosa di importante per Torino e i torinesi.

Antonino Iaria (M5S): Stiamo assistendo al consueto scontro ideologico tra chi mitizza l’evento del 2006 e chi non vuole ripeterlo perché lo ritiene un fallimento. Le Olimpiadi 2026 potrebbero rappresentare l’occasione per recuperare quanto di buono è stato fatto e riparare agli errori fatti. Rispetto a chi ci accusa di dire sempre no o di essere ideologici, rispondo dicendo che non si sono mai posti il problema di dire sì a un’Olimpiade fatta senza alcun controllo pubblico. Nell’affrontare coraggiosamente un processo così difficile, vogliamo aumentare proprio il controllo pubblico sulle decisioni. Le Olimpiadi sono un progetto in cui abbiamo inserito tanti progetti già avviati: non stiamo fermi aspettando il grande evento. Progetti importanti che devono essere fattibili, con precise analisi su costi e benefici. Che altre forze politiche possano apprezzare tutto questo, rimane però una questione interna alla maggioranza. Per questo lo facciamo analizzando dubbi e criticità. Paghiamo ancora debiti per leggerezza della precedente amministrazione e non vogliamo ripetere quegli errori: vogliamo un progetto non illusivo, ma credibile.

Roberto Rosso (Noi con l’Italia): Mi complimento con la maggioranza, che ringrazio per il metodo di partecipazione democratica. Sindaca e maggioranza hanno deciso di rendere realizzabile ciò che sembrava non esserlo. È una grande conquista democratica per Torino. Ora dovrete dimostrare di sapere gestire il futuro evento olimpico con un metodo diverso del passato, senza sprechi. Per il villaggio olimpico però abbiamo già le palazzine dell’ex Moi: usiamo quelle, non l’area Thyssen!

Chiara Foglietta (PD): Siamo fuori tempo massimo. E vorrei ricordare alla sindaca che non è la sindaca della maggioranza: è la sindaca di tutti, anche di chi non l’ha votata. Perfino della Città metropolitana, anche se a lei non piace, ma deve accettarlo. Si parla ancora di gestione del 2006 e allora vorrei portare alcune suggestioni rispetto al dibattito sull’evento 2006: possibile che vi sia bastato inserire alcuni punti come il non utilizzo della plastica, l’acqua pubblica, il pagamento puntuale e certo dei fornitori (quando i fornitori del Salone del Libro non vengono pagati da tempo)? Questo paragone continuo con il 2026 non è più opportuno. È chiaro che le Olimpiadi a Torino nel 2026 non saranno certamente la salvezza per la nostra città e per il territorio circostante, ma saranno comunque una grandissima opportunità. Sull’ipotesi dell’area Thyssen per il villaggio olimpico: è solo una mossa strappalacrime? Quanto costa e chi pagherà l’eventuale bonifica di quell’area? Infine, avrei preferito fare questo dibattito qualche settimana fa: invece, la sindaca ha ucciso il dibattito politico in quest’aula, trasformandolo in dibattito partitico, anche con la convocazione del proprio capo politico. In ogni caso, volesse tenere in considerazione anche le minoranze, il nostro gruppo non mancherà di farle avere il suo appoggio.

Alberto Morano (Lista Civica Morano): Paoli, Albano, Pollicino, Ferrero e Carretto hanno fatto affermazioni rispettabili, ma gravi: tolgono ogni credibilità al dossier! Sindaca, lei è prigioniera di una maggioranza che non si riconosce in lei. Ha veramente minacciato di dimettersi e quali risultati ha portato a casa grazie a Di Maio? Quali stakeholder sono stati coinvolti e che ruolo hanno avuto? Mi sembra nessuno… Questo dibattito, ridicolo e surreale, dimostra che c’è solo la paura di andare a casa. Sindaca, abbia il coraggio di chiedere il voto del Consiglio e di rendere così più forte la candidatura di Torino. Non deve essere come Don Abbondio, sindaca: prenda una decisione!

Valentina Sganga (M5S): Negli ultimi anni i grandi eventi, non solo sportivi, sono stati oggetto di numerose critiche, non solo da parte di piagnoni o cretini, ma anche da governi di città e Paesi che negli ultimi anni hanno rinunciato a ospitare i giochi (Sion, Stoccolma, ecc.). I problemi legati all’organizzazione delle Olimpiadi sono complicati da affrontare e sono orgogliosa del fatto che il mio gruppo non abbia aderito all’ubriacatura di entusiastici sì. La città è migliorata dopo le Olimpiadi del 2006, ma non bisogna aderire all’entusiasmo acritico che ho sentito tra alcuni delle minoranze.
Abbiamo steso delle proposte e credo che il confronto, anche quello della nostra forza in quest’aula, sia giusto. E credo che ciò sia meglio di 1,5 miliardi di euro di debiti rimasti, quelli di cui si lamentano privatamente, nelle intercettazioni, coloro che in pubblico manifestano convinto entusiasmo. Abbiamo sempre detto che il valore della partecipazione è alto e ora i cittadini sono più consapevoli e sanno che dietro le luci delle Olimpiadi c’è altro. Abbiamo dato un contributo e dimostrato che le cose si possono fare in modo diverso. È stato un lavoro corale. Io non so se siamo uniti o no sulle Olimpiadi: so che sostengo la sindaca e che qui tutti i 23 consiglieri sono convinti che l’alternativa ai debiti e alla cementificazione esista.
Ringrazio tutti i miei colleghi per gli argomenti portati. Abbiamo respinto due anni di attacchi sterili e infondati. Ringrazio anche la Sindaca e la Giunta perché siamo liberi da qualunque giogo e da qualunque rapporto extra-istituzionale. Con loro il rapporto è franco e diretto.

Ha concluso il dibattito la sindaca Chiara Appendino: Non c’è bisogno di sondaggi: basta andare in giro per la città e parlare con le persone: c’è la volontà di intraprendere il percorso olimpico. La questione è come affrontarlo ed è legittimo avere dubbi su un evento che impatta fortemente sulla vita della città. La maggioranza aveva perplessità e si è messa in gioco, superando dubbi legittimi e ponendo questioni condivise anche dai sindaci delle valli. Il dossier, infatti, non è stato imposto, ma nasce dal confronto con il territorio.
Costruiremo governance diverse dal 2006, anche perché ora abbiamo percorsi e strumenti diversi, come la blockchain.
Bob e trampolino verranno utilizzati e ri-naturalizzati, mentre la Thyssen sarà un’area da far ripartire nella zona nord di Torino, in un’ottica di rigenerazione urbana e non solo, così come occorrerà intervenire sulle palazzine ex Moi, nell’area sud.
Le Olimpiadi non sono certo l’unico volano di sviluppo del territorio, ma possono permettere alla nostra progettualità di avere un impatto ancora più significativo!
Dovremo lavorare sodo per mantenere le condizioni perchè il progetto sia credibile e spendibile. Ed è giusto fare un’analisi costi/benefici a livello nazionale: è un valore aggiunto per fare scelte consapevoli e condivise dal territorio.
Il percorso delle prossime settimane richiederà le energie di tutti, maggioranza e minoranze. Credo ci sarà la disponibilità a lavorare insieme e penso che, discutendo delle progettualità delle aree in difficoltà, troveremo una sintesi, nell’interesse di tutta la città.

 

FONTE: Comunicati Stampa Città di Torino

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