Tra la “Nuvola” Lavazza

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 Ecco i nuovi spazi del centro direzionale Lavazza


Verrà completato entro fine anno, probabilmente, il nuovo Centro direzionale Lavazza progettato da CZA (Cino Zucchi Architetti) con Ai Engineering, Manens-TiFS e Atelier G’art. Il progetto comprende anche la riforma della ex centrale Enel vicino a largo Brescia all’insegna della sostenibilità ambientale. Tema al quale la Lavazza pone da tempo grande attenzione lungo tutto il processo produttivo e commerciale e che diventa il fulcro del progetto.

Il grande isolato esistente tra via Bologna, largo Brescia, corso Palermo e via Ancona, si presenta riformato e aperto verso la città, mantenendone le architetture industriali di inizio novecento. Cuore del progetto è una nuova grande piazza alberata al centro dell’isolato sull’asse di via Parma, che fa dialogare il grande edificio della ex centrale ENEL con la nuova sede Lavazza. L’edificio per uffici, che comunica con la città attraverso un vasto atrio vetrato aperto su via Bologna e sulla nuova piazza verde, prende la forma di una grande “nuvola” che raccorda tra loro i vari fronti e gli edifici industriali conservati e convertiti a nuove funzioni. Il piano terra contiene funzioni in forte rapporto con il pubblico, affacciate su alcuni “giardini tematici” che creano un nuovo filtro verde tra edificio e città.

Lo schema a stella dei percorsi orizzontali rende l’edificio un luogo permeabile, con spazi di lavoro flessibili affacciati verso la città e le lunghe viste sulla Mole e le colline.

 15.000 mq di nuova costruzione a cui corrispondono di 7.000. mq di piazza alberata, di fatti un grande giardino urbano.

Durante i lavori di costruzione il committente ha dovuto bonificare 20.000 metri cubi di rifiuti per ottenere i permessi necessari, ha dovuto smaltire grandi quantità di acqua ma, soprattutto, l’imprevisto più oneroso è stato il ritrovamento del sito archeologico.

Sì, si tratta di un’area di circa 1.600 mq nella quale sono state rinvenute le fondamenta della Basilica paleocristiana di S. Secondo risalente al III secolo d.C.  Grazie alla sensibilità del committente che se ne è accollato tutti gli oneri, sarà presto visitabile e fruibile dal quartiere e dalla cittadinanza.

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