A seguito delle dimissioni di Matteo Renzi, la Città di Torino vedrà un ammaraggio dei progetti promessi?

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Attualmente Regione e Comune attendono una risposta da Roma, riscontro che potrebbe però tardare ad arrivare, almeno sino a che non siano stati definiti i nuovi equilibri. Nonostante il rischio di una variazione risulti ormai evidente, Torino ed il Piemonte sperano di poter avere le risorse promesse dal Governo. I progetti in bilico sono molteplici. Per citarne alcuni dei principali: la costruzione della Tav, il potenziamento e la ristrutturazione delle linee ferroviarie in partenza da Torino, la costruzione della linea 2 della metropolitana, il prolungamento della linea 1 verso Rivoli, il Parco della Salute, la riqualificazione della Palazzina di Caccia di Stupinigi, della Mandria e dei Giardini Reali. Per alcuni dossier rimasti aperti, il premier si era impegnato a fornire indicazioni in tempi brevi. Tuttavia, come già premesso, ad oggi si rischia una riorganizzazione complessiva degli interventi precedentemente programmati. Sergio Chiamparino non è pessimista su eventuali conseguenze: «Salvo le incertezze che una crisi di governo porta inevitabilmente sempre con sè». Alcuni degli assi principali che Regione e Città avevano sottoposto al governo nazionale erano: edilizia scolastica, soprattutto in chiave antisismica, trasporti, ambiente ed infrastrutture (il completamento dell’area di corso Grosseto a Torino, il nuovo metrò-tram 3, etc.). Nelle prossime settimane doveva arrivare il via libera all’ arrivo dei militari per il Moi. Una richiesta della città a cui il Governo aveva risposto positivamente. Meno oneroso, ma comunque non di facile accesso, l’intervento di chiusura del campo nomadi di via Germagnano. Non dovrebbero invece subire ritardi i fondi stanziati per i paesi alluvionati.

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